Storie comuni... di una magia perduta! Seconda parte


Non siamo numeri, non siamo pedine tutte uguali !

(vedi prima parte)


Così, Betty, Max, Elody, Sam, Sissy… sono esempi fra i tanti bambini che diventano “piccoli operai” in un enorme meccanismo standard. Ognuno farà le proprie esperienze, più o meno costruttive. Chi avrà la fortuna di incontrare persone che sapranno ascoltarli, altri no…:

·         Betty, lei, è proprio brava a scuola, l’orgoglio di mamma, papà e nonni! Pagelle perfette, si è adattata bene al suo dovere da brava bambina che cresce, precisa, ordinata,… peccato che le venga l’ansia quando deve studiare per 2-3 verifiche nello stesso giorno; senta un groppo alla gola quando vorrebbe andare a giocare però non può…”meglio finire i compiti, sono così tanti !”; oppure pianga perché all’ultima interrogazione ha preso 8,5… (le sembra poco!) “cosa diranno mamma, papà, la maestra??!!!”

La matematica le “viene facile”, però non le piace proprio.

In seguito, Betty, forte dei suoi bei voti e della sua passione per lo studio, ma ancora incerta sul suo futuro, sceglierà una facoltà all’Università solo perché i suoi amici l’hanno scelta… non aveva un obiettivo preciso. Poi: “speriamo di trovare lavoro!” E… finita l’Università, non trovando subito lavoro nell’ambito per il quale ha studiato così tanto… “dai che mi è andata bene, ho trovato un impiego in fabbrica, in ufficio, che fortuna!” Dopo 10 anni è ancora lì, la salute è “così così”, il lavoro non è il massimo, però cosa vuoi… “ho il posto fisso (anche se non mi piace ma lo devo tenere) e una buona paga.”
Potrebbe anche trovare il suo posto fisso da professionista come ha studiato, peccato non fosse la sua strada e il lavoro sia diventato una triste routine (per fortuna ci sono i week-end, le ferie e… il miraggio della pensione)! A più di 40 anni potrebbe riprendere gli studi… e forse questa volta, trovare la sua strada e fare un lavoro che le piace! (Come fanno tanti!)

Un’altra Betty, seguendo la propria passione, diventerà medico/avvocato… realizzerà il suo sogno, proprio la sua missione, la sua vita è il lavoro e le va bene così. Beata lei, direbbe qualcuno!

·         Max, lui, è il ragazzino che non riesce ad adeguarsi a questo sistema che vuole “stritolarlo”, incanalarlo, inscatolarlo!! Il tipico bambino ribelle! Si rifiuta di studiare, di fare i compiti,…

Lui non ha difficoltà, tutto è semplice per lui, però non ha voglia di fare. Il suo desiderio è solo: muoversi, giocare,…

Quì bisogna farlo “valutare” in modo da poterlo “aiutare” dandogli una bella etichetta! Ah sì! Lui è “iperattivo”.

Da grande, dopo che i suoi genitori, i maestri, professori sono stati molto sfidati dal suo comportamento, lui tranquillamente si creerà il suo proprio lavoro. Indipendente da tutto e da tutti, senza bisogno di lauree, solo grazie alla sua sicurezza in sé che fortunatamente non è stata demolita, grazie ad un carattere menefreghista. Chissà perché tutti si preoccupavano tanto per lui e cercavano così tanto ad aiutarlo a fargli fare bei voti!

Oppure, semplicemente, un Max che sceglie un lavoro da dipendente, farà le sue 8 ore e riempirà il suo tempo libero con le sue passioni, i suoi interessi. Va bene così? Per molti sì… un modo per ritrovare sé stesso (nel tempo libero!).

·         Elody, lei è timida. In questo nuovo mondo della scuola, degli studi, si sente a disagio, però non vuole farlo vedere… Si sente “meno” di tutti, in tutto… Già dai primi mesi di scuola, aveva iniziato a spegnersi, non canticchiava più come prima, si chiudeva in sé. A lei piaceva l’idea della scuola, i suoi libri, i quaderni, peccato che il sistema non le rendesse questo amore. Ben presto si presentano le difficoltà e una volta perso il ritmo, la grande macchina dei “programmi annuali” non perdona più… Anche in questo caso, meglio farla “valutare”! A proposito, è stato scoperto che è “discalculica” e anche le altre materie non le vengono molto bene. La disistima si fa strada, dentro, fuori,… “non sono capace, non riesco,…”, la ferita è stata scolpita e chissà se un giorno guarirà. Gli anni passano, la strada è sempre in salita…


Elody, finalmente arriva alle superiori, trova la scuola che fa per lei, quella che valorizza i suoi talenti, accende le sue passioni e motivazioni! Ritrova un po' di fiducia in sé stessa! A lei è andata bene! A proposito, è diventata grafico pubblicitario ed ha un successo incredibile nel proprio lavoro, che adora e la diverte!

Un’altra Elody, potrebbe trovare un aiuto nella scelta che farà assieme ai propri genitori di fare Homeschooling. Dopo qualche anno, durante i quali segue i propri ritmi, mette in pratica quello che le piace: cantare, recitare, ballare, scrivere… Elody recupera la fiducia in sé stessa, capisce cosa le dà soddisfazioni ed entusiasmo, sceglie la scuola professionale per il lavoro che sente suo: la sua vita sarà coronata di gioia, soddisfazioni e divertimento! A proposito… è diventata regista!

Un’altra Elody ancora, purtroppo, non riuscirà a rimettersi in careggiata e rimarrà convinta di non essere all’altezza, di non essere capace, di non essere abbastanza…Si accontenterà di trovare un posto di lavoro, tanto per avere una paga. Il lavoro è dovere, è fatica: il divertimento lo lasceremo al week-end, alle vacanze,…

·         Sam, lui, sembra essere sicuro di sé e piuttosto spavaldo. Dopo il primo giorno di scuola, capisce pian piano che malgrado i suoi sforzi, non va mai bene niente: le lettere non sono precise, i quaderni non sono ordinati, è troppo lento,… Non è il suo ambiente, lui è movimento, intuito e in queste 4 mura questo non basta.

Gli altri, vanno avanti facilmente e ricevono dei premi, lui, chissà perché, cerca di fare del suo meglio ma i premi non arrivano mai. “Basta! non capisco niente, sono “st…do”,…” e finisce quasi in depressione. Si rifiuta di continuare così, il suo orgoglio è ferito ed ora non vale più la pena, secondo lui, impegnarsi. Ah! Anche lui è stato valutato “dislessico”!

Ha ritmi diversi, più difficoltà di altri in certe materie,…genitori, prof,… che impazziscono per farlo studiare… va avanti in modo forzato e finalmente anche lui finisce gli studi!

Forse, lui, sarà uno dei tanti “dislessici” che da grande capirà che il suo non era un “problema” ma uno o più talenti incompresi che non potevano esprimersi in quel ambiente così “standardizzato”. Magari diventerà scrittore, giornalista, conferenziere, proprio per aiutare altri bambini come lui!

Oppure, sarà il ragazzo che si chiederà: “Chi sono? Cosa mi piace veramente?” è sempre stato giudicato perché non pensava alla laurea, agli studi. Invece, lui, innovativo e creativo, si crea la propria professione avrà successo perché finalmente potrà esprimere sé stesso e il lavoro non gli peserà perché per lui sarà divertimento! Un altro ancora potrebbe diventare semplicemente un uomo con la passione per un lavoro manuale, considerato umile, che gli dà così tante soddisfazioni da dimenticare (si spera) tutte le sofferenze della scuola.

Un’altra possibilità, potrebbe essere anche per lui l’istruzione parentale/Homeschooling, nella quale potrà “recuperare” un po’ della sua spontaneità, della sua infanzia, della sua creatività, del gioco,… per sfruttarli appieno per poter crescere al momento giusto, senza forzature. In questo caso potrebbe riuscire a capire cosa gli piace veramente, trovare motivazione e così, crearsi un lavoro che per lui “sarà un gioco”!!

·         Ed ecco l’esperienza di Sissy… lei da piccolina è sempre stata sveglia e creativa! Giocare, ballare, cantare, disegnare,… tutto era divertimento e piacere di scoprire per lei! Dalle amiche letterine ai numeri, con i quali giocava serenamente, non vedeva l’ora di iniziare l’avventura della scuola. Ben presto purtroppo, si rese conto che il mondo della scuola non le stava rendendo l’impegno che ci metteva… Alcune materie “non le venivano facili”! Pensare che da piccola aveva imparato tutto così facilmente, come mai le spiegazioni della scuola le creavano così tanta confusione? Purtroppo, la maestra non aveva tempo per spiegarle più volte lo stesso argomento… la maggior parte della classe andava avanti e lei, piano piano, si perse nella sua disistima e insicurezza. I suoi genitori, seguendo i suggerimenti della scuola, la portarono a far “valutare” la sua situazione: per fortuna, non era “discalculia” però iniziò un percorso fatto di maestre di sostegno, fatiche continue a seguire il programma. In ogni caso non c’erano le risorse, il tempo sufficiente per aiutarla con calma, con i suoi tempi, con le modalità a lei più consone…

Così, come molti altri bambini, proseguì la sua strada, finchè con le superiori trovò una strada a lei più affine e studiò lingue. Entrare nel mondo del lavoro sarà per lei comunque un’esperienza “faticosa”, la sua autostima minata non l’aiuterà perché per lei rimarrà impresso il concetto che “sono io sbagliata, sono io che non capisco, non ce la farò”… quando invece era mancata solo la “fortuna” di non aver incontrato sul suo cammino una persona che la capisse e riuscisse a tirar fuori il meglio di sé. Alcuni hanno questa fortuna, lei probabilmente doveva fare quest’esperienza per imparare qualcosa di più, per capire chi ha difficoltà come lei…



·         Nel frattempo, Tommy, studia a casa o, precisiamo “gironzola nel mondo, a fianco ai grandi”!

Ebbene sì, i suoi genitori hanno scelto assieme a lui che non sarebbe andato a scuola. Fa Homeshooling o Istruzione parentale. Lui, un po’ incuriosito dall’argomento scuola, non ne è mai stato attratto veramente visto che ogni volta che incontrava i suoi amici gli dicevano che era fortunato a non andare a scuola, che spesso non potevano venire a giocare perché dovevano studiare, fare i compiti,…

Per lui, giocare ed imparare non erano concetti divisi ai quali dedicare momenti diversi: erano un tutt’uno! Il mondo era la sua scuola, non una stanza con 4 mura! Da piccolo, la curiosità innata in tutti i bambini, l’aveva portato a chiedere ai più grandi informazioni sugli argomenti più svariati, ad imparare da solo le letterine e più tardi a leggere con i propri tempi e le proprie modalità. Pian piano, anche da grande grazie al suo entusiasmo, la sua gioia di vivere e il suo piacere di scoprire, si era attratto le informazioni, le persone, le opportunità per imparare le lingue, più professioni, seguendo le sue passioni! Non ha mai saputo cosa volesse dire: imparare forzatamente, perché altrimenti avrebbe avuto un brutto voto, oppure mamma e papà che lo mettevano in castigo. Tutto era e rimase stupore, entusiasmo, passione per la vita!! Artigiano, musicista, fotografo, scrittore, giornalista freelance,... lui è libero di esprimersi nelle sue varie passioni e non si limita con un’unica professione.

Alcuni bambini hanno la fortuna di vivere situazioni simili a Tommy, più o meno sull’impronta dei programmi scolastici classici… in ogni caso è un’opportunità di rimanere sé stessi e vivere da piccoli la passione per l’apprendimento naturale, spontaneo.

Per altri bambini, mamma, papà continuano per la loro strada, com’è stato insegnato a loro quando erano piccoli. Preoccupandosi per il futuro dei figli (con strumenti, idee, credenze a volte un po’ obsoleti) siamo sicuri che li stiamo aiutando ?? Li stiamo realmente preparando ad essere elastici, ad affrontare un futuro in continuo cambiamento e che nessuno di noi conosce?

Mamma e papà si preoccupano talmente del futuro, che… dimenticano di vivere, lasciar vivere e godere il presente. Se ci pensiamo… in una vita che si spera sia più longeva possibile, cosa rappresenta l’infanzia?? 10 anni su 70, 80, 90, 100 se abbiamo fortuna! Unici momenti di spensieratezza che potremmo far vivere ai nostri figli, lasciandoli giocare, sperimentare, divertirsi! “Ma no!!! Cosa dici!! Che perdita di tempo!!!” DEVONO diventare grandi, al massimo a 3 anni via pannolini e via nel mondo, a 6 dai che ormai sei grande devi imparare e diventare responsabile! Montagne di nozioni teoriche che spesso non interessano i ragazzi (è normale che ognuno abbia interessi diversi!!) e vengono vissute come inutili, se non per una verifica, e poi immediatamente dimenticate, resettate,… perché il cervello anche ha lui i suoi modi per proteggersi…Cosa stiamo insegnando così: “impara per l’esame, per il voto, tanto non ti servirà e lo puoi tranquillamente dimenticare."

…non stupiamoci poi, se molti adulti rimangono sempre più insicuri e bambini dentro (visto che non ci è permesso maturare in santa pace !)

Nelle generazioni precedenti, la scuola c’era, però non prendeva l’importanza teorica che c’è nei nostri giorni: si andava a scuola, ma si aiutava nei campi, si correva nei prati, la famiglia era al centro dell’educazione con gli anziani che potevano raccontare esperienze di vita concrete, l’amore per la vita era al centro, si imparava il rispetto… non la competizione per il miglior voto.

Imparare naturalmente, spontaneamente insegnerebbe nozioni obsolete oppure ti aiuterebbe a conoscerti meglio, ad avere fiducia in te stesso e nelle tue capacità, per poter trovare dentro di te le soluzioni innovative alle sfide che ti proporrà la vita? Imparare da qualcuno di esterno serve sicuramente, però a volte la vita insegna che ci sono momenti in cui non puoi chiedere aiuto a nessuno, per vari motivi, e lì ti trovi di fronte a te stesso: la verità, la strada giusta la dovrai trovare dentro di te!

Deviando il sentire dei nostri figli già da piccoli, denigrando le loro passioni perché “ci sono cose più importanti da fare”, pian piano, non sapranno più chi sono, cosa piace loro veramente, cosa vorranno fare da grandi! Seguiranno le richieste della società, che vuole tutti uguali, tristi, grigi,… perché la creatività, la libertà non dà “sicurezza”. Seguire tutti la stessa strada già segnata dà più tranquillità, il cammino è già stato percorso,… però chi sa veramente dove sta portando??

Sembrerebbe che i ragazzi che attualmente frequentano le elementari, quando usciranno dal loro percorso di studi, probabilmente svolgeranno professioni che oggi non esistono e che non riusciamo neanche ad immaginare. Grazie alla velocità di sviluppo delle tecnologie informatiche, per esempio, perfino professioni considerate sicure, di pregio (come lavorare allo sportello in banca,…) potrebbero sparire ben presto. Già alcune professioni, come le agenzie di viaggi, sono cambiate moltissimo e se ne stanno accorgendo.

Come possiamo, dall’alto del titolo di “GRANDI” avere la pretesa di modellare il loro futuro, con le conoscenze di una vecchia generazione. Possiamo raccontare le nostre esperienze, dare i nostri suggerimenti, consigli, ma non imporre delle credenze obsolete a generazioni nuove, completamente diverse da noi… che facciamo spesso fatica a capire. Il loro istinto, il loro intuito, i loro talenti (se non sono distrutti prima…) probabilmente li porterebbero a prepararsi da soli per il loro destino? Alcuni hanno dimostrato di sì, altri stanno facendo esperienza… Credo che in questo caso due ingredienti siano fondamentali, come la natura insegna: il tempo e la pazienza! Ci vogliono tempo e pazienza per lasciare che i semi della conoscenza possano crescere e fiorire (elementi carenti nella nostra società attuale).

La natura è un mistero e… le cose che non conosciamo spaventano… ecco perché spesso non lasciamo andare, non lasciamo fluire la vita! Questa magia, la scintilla della vita che ha portato tutti noi in questo mondo, così perfetti, senza intervento esterno… tutt’ad un tratto non ha più valore. L’essere umano si sente spinto a “controllare”, altrimenti si sente perso…

Eppure la fiducia nell’espressione della libertà è già sperimentata in molte realtà nel mondo, che sia in scuole innovative o nella pratica dell’Homeschooling! Pensare che in certi paesi come la Finlandia, per esempio, stanno ottenendo ottimi risultati nelle scuole, dando proprio più libertà, più tempo per il gioco e per stare in famiglia (meno ore di scuola, più tempo all’aperto, meno compiti). Anche l’esistenza di alcune scuole rinomate di tipo libertario e con molti anni di attività, come Summerhill School (fondata nel 1921 e attualmente in Inghilterra) e Sudbury Valley School (fondata nel 1968, USA), stanno dando la prova tangibile del successo nella vita e professionale dei ragazzi che le frequentano.

Forse, noi adulti scolarizzati, dovremmo cercare di ritrovare la fiducia nella nostra saggezza innata, nella natura che fa parte di noi, dei nostri figli,… (chissà dove sarà andata a finire la fiducia in noi stessi… sarà rimasta sui banchi delle nostre scuole?). Probabilmente abbiamo bisogno di tornare tutti bambini per ritrovare la nostra vera essenza, la magia della scoperta, del gioco, dell’entusiasmo di apprendere dalla vita senza timori!
Chissà… forse sarebbe tutto molto più semplice!






Per chi desidera approfondire l’argomento, ecco due libri che potrebbero interessarti:
“Non sono mai andato a scuola. Storia di un’infanzia felice.” di André Stern
“Lasciateli giocare” di Peter Gray

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