A proposito di socializzazione…

Definizione di socializzazione: “Inserimento di un individuo in una collettività”

Quando seguiamo le strade classiche, spesso alcuni argomenti non ci interessano più di tanto, fanno parte di abitudini consolidate, sulle quali non c’è molto da dire. Quando invece esci dai sentieri battuti, ti trovi a cercare di capire da più punti di vista alcuni di questi argomenti. Aver scelto l’Homeschooling, mi ha dato l’opportunità di mettere in luce temi dell’infanzia, dell’educazione, dell’apprendimento, della società, che prima non avevo mai osservato da così vicino. Nella scelta dell’Istruzione parentale, un tema ricorrente è “la socializzazione”.
Così, ho iniziato a pormi qualche domanda e ho cercato di ampliare i miei orizzonti, oltre quelli che mi erano stati insegnati, imparando a conoscere altre realtà: famiglie che hanno scelto l’istruzione parentale o comunque strade diverse dalla scuola statale tradizionale (scuola libertaria, unschooling, travelschooling…)

Da queste mie osservazioni sono nati questi spunti di riflessione…
Questo tema della “socializzazione” è spesso alla ribalta per chi sceglie l’Homeschooling, perché molti si chiedono come faranno i bambini che lo praticano a socializzare “senza la scuola”!

Come punto di partenza proporrei di dire “BASTA”! Cerchiamo di ripulire le nostre credenze per essere un po' più oggettivi e guardiamoci intorno…

·         Basta delegare la responsabilità all’esterno!

·         Basta pensare che la scuola sia necessaria alla socializzazione e che la promuova  realmente.

·         Basta pensare che l’Homeschooling non aiuti a socializzare.

Con la premessa che né la scuola, né l’homeschooling hanno un primato o una ricetta miracolo per la socializzazione, ho visto alcuni fattori che potrebbero influenzarla.
Quello che scrivo di seguito non è esaustivo, si tratta semplicemente di spunti per rimettere in questione CREDENZE GRATUITE, spesso usate per comodità… Sarà ben più facile per tutti consegnare i propri figli in un ambiente pre-confezionato (scuola, corsi, sport…) nel quale si troverà con coetanei, piuttosto che organizzare uscite per incontrare gli altri o ospitare orde di bambini a casa propria… o sbaglio?

Prima di tutto, che un bambino vada a scuola o meno, i suoi rapporti con la società potrebbero dipendere molto dall’ambiente nel quale vive. Guardiamone alcuni da più punti di vista:
·         Se vive in città potrebbe sentirsi isolato nella massa di appartamenti anonimi. D’altro canto c’è chi sfrutta le comodità dei trasporti, i musei, biblioteche, i parchi giochi… tutte le opportunità a portata di mano offerte dalle grandi città, per trovarsi e condividere in gruppo o con gli amici.

·     Se vive in campagna o in montagna, potrà sentirsi isolato se non ha molti vicini coetanei. D’altro canto, socializzare non significa avere solo amici della propria età e sicuramente ci saranno adulti, anziani, oltre che bambini nel vicinato con cui scambiare due parole interessanti. Oppure, vista l’attrazione sempre più grande per la natura, sarà possibile organizzare delle gite nel bosco con gli amici, felici di passare un po' di tempo all’aria aperta!

·         Se vive in un paesino, potrebbe trovare molte altre famiglie per condividere giochi in cortile con i vicini fino a tarda serata. D’altro canto, la solitudine potrebbe farsi sentire lo stesso se tutte queste meravigliose villette sono chiuse dalla mattina alla sera perché le persone che ci “vivono” (dormono) sono sempre al lavoro per poter pagare il mutuo (e i bambini in camp estivi durante le vacanze oppure ai vari corsi nei pomeriggi).
Questo fa emergere che ogni ambiente avrà i suoi punti di forza e i suoi punti deboli. Tutto dipenderà da come verranno sfruttati. E lì entra in gioco la persona stessa, il suo carattere, la sua personalità!

OGNUNO SEGUE IL PROPRIO CAMMINO
Secondo le mie osservazioni, la relazione con l’esterno dipende sempre molto dal carattere della persona (adulto o bambino che sia).

Ø  Se un bambino ha un carattere piuttosto riservato e chiuso, anche dopo anni di scuola e studi vari, potrebbe non aver cambiato questo suo rapporto con l’esterno. Ci sono casi nei quali, alcuni ragazzi ormai in età lavorativa rimangono chiusi in casa dopo il lavoro e non hanno mai voglia di uscire alla sera o nel week-end.

Ø  Un bambino socievole per natura invece, farà amicizia anche con i sassi e niente lo fermerà per crearsi le opportunità di nuovi incontri.

Ø  Consideriamo anche che per i bambini, socializzare non dovrebbe essere ristretto solamente a bambini della stessa età, ma essere un’opportunità di aprirsi al mondo degli adulti, anziani, bambini più piccoli o più grandi. Così, per esempio, alcuni bambini per il loro carattere, si trovano meglio con amici più grandi/piccoli o con adulti.

Ø  Infine, ricordiamoci che ogni persona/bambino si attrae le situazioni per imparare dalle esperienze: in certi momenti avrà l’opportunità di incontrare molti amici, in altre di rimanere un po' più solo con sé stesso e questo rimarrà indipendente da scuola o meno!

SCUOLA NON E SINONIMO DI SOCIALIZZAZIONE
Per molti, sembra che essa sia una garanzia per imparare a socializzare, ma non lo è sempre. La scuola avrà sicuramente molte cose positive, però il compito della socializzazione non è di sicuro il suo cavallo di battaglia. Quando, perfino dirigenti scolastici come Maurizio Parodi, affermano che “i ragazzi hanno la possibilità di sviluppare competenze sociali a scuola: solamente nei scuola bus, nei corridoi e … nei bagni”, capiamo che, in effetti, la mancanza di libertà non è terreno fertile per legare con i vicini di banco.

Così possiamo chiederci:
Ø  Come mai, questa scuola “tanto necessaria” per socializzare e avere amici, lascia i bambini così soli in estate? Cosa rimane di tutte queste "amicizie"? Sarebbe interessante vedere quanti ragazzi si ritrovano con regolarità con i compagni di classe, come dei veri amici, anche durante le vacanze estive. Purtroppo, ho raccolto molte testimonianze di mamme che dicevano “infatti, non ha molti amici”, “mio figlio va a scuola, ma più solo di lui non c’è”.

Ø  Se un bambino, dopo ore di scuola, deve passare la maggior parte del suo tempo a fare compiti, studiare o andare a corsi (fotocopie della scuola, nei quali non si trova neanche il tempo per scambiarsi due parole), come si può pretendere che i ragazzi possano vedere altro, conoscere altri?

Ø  Infine, in estate, si sostituisce la scuola con i campi estivi, dove per fortuna, si può fare amicizia un po' più liberamente, anche se rimane sempre una convivenza “forzata”, organizzata… Quando ci sarà la possibilità per i ragazzi di scegliere le proprie amicizie, praticare il gioco libero?

ISTRUZIONE PARENTALE FONTE DI CONDIVISIONE
Precisiamo innanzitutto, che l’homeschooling, contrariamente a quello che potrebbe far pensare il nome, non significa stare sempre chiusi in casa. Se guardiamo attentamente, la realtà scolastica sarebbe quella più orientata “a stare chiusi in quattro mura” partecipando poco alla vita sociale della comunità nel suo quotidiano.

Contrariamente a quello che si può pensare, la maggior parte delle famiglie che scelgono l’Istruzione parentale sono molto attente a condividere esperienze con i loro figli e con altre famiglie. Non mancano occasioni per trovarsi per laboratori, gioco libero, attività organizzate secondo gli interessi dei ragazzi, scambi di informazioni tra famiglie per offrire nuove opportunità, piccoli gruppi che permettono anche ai più timidi di esprimersi in tutta libertà… E tutto questo senza limiti di età: adulti, bimbi grandi e piccoli, nonni o conoscenti, tutti possono partecipare!
Inoltre, la vita quotidiana diventa insegnante, il luogo in cui si vive diventa “aula” dove incontrare persone e realtà di una grande varietà!

Per noi, per esempio, la cosa interessante è stata che fin dall’inizio di questa nuova avventura tre anni fa, abbiamo avuto la casa e il cortile che brulicavano di bambini in un modo mai sperimentato prima!! Anche questo mi ha fatto riflettere!
E’ vero che gira e rigira… ci sono molti fattori che possono influenzare questa famosa socializzazione.

Uno però che si è delineato per me in questi ultimi anni è soprattutto: l’organizzazione familiare! Questo fattore che coinvolge in primis i genitori e la famiglia, tutta, ed esalta i suoi punti positivi proprio in estate!
Cosa c’è di più bello di vedere evolvere i bambini nelle loro amicizie estive, liberi! In questo caso, la libertà diventa terreno fertile per socializzare e legare! Amici di quartiere o cugini con i quali condividere pomeriggi in bicicletta, in piscina e serate spensierate in piazza a raccontarsela finché diventa buio, come una volta!

Per fare questo però, mi rendo conto che molto dipende da noi genitori per i bambini che non hanno l’età per essere autonomi. Se noi genitori non siamo disponibili, presenti per organizzare un pomeriggio con merenda, oppure semplicemente per permettere ai nostri figli di stare a casa e fare la spola in bicicletta tra una casa e l’altra… questo non è realizzabile. Poter rimanere a cena o a pranzo dall’amichetto, condividere un pomeriggio di giochi liberi, richiede la nostra disponibilità… e questo, secondo me, fa riflettere sulla società odierna sempre di corsa…
Peccato che, con l’arrivo dell’autunno, della scuola e delle sue incombenze, la luce negli occhi e l’energia dei bambini vengano pian piano indebolite…

Per concludere, vorrei raccontare un aneddoto che ricordo con tenerezza e nostalgia. I fatti si sono svolti nel periodo durante il quale nostra figlia maggiore andava a scuola. Lei ha sempre avuto un carattere riservato, ma amichevole una volta “rotto il ghiaccio”. Purtroppo, a scuola, essendo timida, faticava a legare con gli altri. Malgrado questo, ricordo che regolarmente, mossa dalla sua passione per la cucina, mi chiedeva di organizzare feste a casa nostra per invitare gli amici di scuola! Così, nei primi due anni delle elementari, abbiamo organizzato la festa di primavera, la giornata del “Bici Club”, la festa dell’estate in vista delle vacanze scolastiche… Ogni volta con tanto di bigliettino d’invito, buffet e giochi! Mi sono sempre chiesta se un giorno sarebbe diventata organizzatrice di eventi!! Era interessante vedere come molti genitori (e bambini) erano sorpresi e non capivano se si trattasse di un compleanno o meno, visto che di solito ci si prende la briga di organizzare tali eventi solo perché c’è la “necessità” di festeggiare un compleanno! Lei lo faceva con un CUORE così grande, con un ENTUSIASMO così forte, che era difficile starle dietro talmente ci teneva… e devo dire che ha sempre riscontrato un bel successo nella partecipazione.
Morale della favola: malgrado il suo immenso desiderio di legare amicizia, di coinvolgere gli amici oltre le mura della scuola, di permettere a tutti di conoscersi al di fuori dei voti e delle materie… non è mai riuscita ad avere amici veri in quella realtà…

Vi lascio proseguire la riflessione…

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